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I cibi del futuro

di Stefania De Michele


Mica serve la gallina per fare l’uovo. Almeno non sempre. Alcune vengono prodotte in lab e si dice siano buonissime

Succede a San Francisco, alla Hampton Creek Foods di Josh Tetrick. Ex coordinatore di programmi di sviluppo nell’Africa sub sahariana, il 33enne Tetrick ha avviato da qualche anno una start up che da molti è considerata il laboratorio più avanzato dove si sperimentano i cibi del futuro.

Le ‘Beyond eggs’ sono realizzate con prodotti vegetali che derivano da fagioli e piselli. Per riuscire a produrre le eco-uova, la fabbrica di San Francisco ha effettuato esperimenti con oltre 280 tipi di piante. Il risultato finale piace molto, ad esempio, a Tony Blair e a Bill Gates. Sarebbero già pronti muffins e biscotti prodotti con lo stesso criterio. Sulle ragioni che hanno portato alla creazione delle ‘Beyond eggs’, Tetrick racconta così: “Con l’incremento della popolazione globale, attesa nel 2050, è partita la gara a produrre cibi ricchi di proteine ma a bassissimo impatto ambientale. E noi ci siamo”. Gli eco-food, che vanno tanto di moda nella Silicon Valley, sono legati al concetto di benessere. Altro cibo ‘benefico’ è l’acqua di cocco, promossa per prima da Madonna nel 2009 e – a seguire – da numerose altri vip come Rihanna e Demi Moore. Secondo i produttori, le virtù della bevanda sono diverse: anzitutto è naturale (ricavata estraendo il liquido presente nelle noci di cocco più giovani), biologica, senza coloranti e conservanti, ha un basso contenuto di zuccheri , grassi e calorie.

Contiene inoltre l’acido laurico, sostanza con proprietà antibatteriche e quindi, dicono i promotori, chi la beve migliora il suo sistema immunitario, oltre ad accelerare il metabolismo. Altro alimento del futuro è la quinoa. A darle fama è stato soprattutto il Time in un recente numero dedicato agli dei del cibo. L’anno scorso gli americani ne hanno consumato oltre 26 milioni di chili. Si tratta di un grano prodotto in Bolivia e Perù, amato perché gluten-free e ad alta densità di proteine. Cosa chiude la lista del menu dei bio-gastronauti? Il cacao crudo. Il seme di cacao è infatti ricchissimo di antiossidanti, che in gran parte si perdono durante la tostatura ad alte temperature del cacao, come avviene per la cioccolata tradizionale. La cioccolata cruda è prodotta con semi e polvere di cacao crudi non tostati e lavorati a più basse temperature per mantenere intatte le qualità nutrizionali. Buona fonte di ferro e di omega 6, manganese e zinco, il cacao contiene in abbondanza Phenythelamine , che aiuta la concentrazione e combatte i sintomi della depressione. Sullo stesso filone le fave di cacao. Vanno masticate crude (esperienza per palati rudi) o con l’aggiunta di un po’ di miele, succo di agave o concentrato di mele