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È il tuo tipo. O magari, è sordo

Quando lui dice ciao tu allunghi la mano e gli spegni il motore. – Io spengo il motore della sua macchina? Certo. Se non lo fa lui lo fai tu.  – E se ha la marcia ingranata? – Ma che c’entra.  Non siete mica a scuola guida. – E dopo? – Dopo te l’ho già detto. Ripeto?”

Concita de Gregorio è brava, non si discute. Racconta, coglie, sviscera. E scrive. Di solito, molto bene. Dialoghi serrati, capaci di sottili brividi. Adrenalina che fugge via. Parla di donne. Spesso, agitate e nervose. Curiose e affascinanti, quando capita. Disinvolte e incasinate ma anche acide e scontrose. Insomma, roba normale. Nessuna notizia in vista. Anzi, percorsi già visti. Ma quel che aggancia del mondo in rosa è questa sublime, a tratti, capacità di ingigantire. Cosa? Tutto e tutti. Un continuo ruotare che conduce dove, pare strano ma è così, una donna ha deciso di andare e tornare ben prima che l’uomo abbia pensato di farlo. Talvolta, funziona. Altre, è il dramma. Dice un amico, sottile osservatore: “Ti scelgono, ti prendono, ti giurano che sei quello della loro vita, sognato e voluto fin da ragazzine. Poi, neanche mezzora che siete al cinema e stanno già pensando su come e in che modo rimodellarti”. Vero o falso? L’uno e l’altro. Ma le generalizzazioni non portano lontano. Meglio prendere per mano lo sviluppo delle situazioni. Se la questione implode, un comandamento base: se vivete già assieme, non andate mai a dormire senza aver prima risolto. Il malumore non giova. L’incomprensione, se lasciata macerare, incupisce e invecchia. Portatevi avanti col lavoro: se si è in buonafede, un rapporto è fatto proprio di piccoli e meditati passi. Meditati? Se potete, andate di slancio. E se viene presa per una sorpresa, godetevi l’incredulità. Infine, impera, ovunque, l’egoismo. Piccole e grandi sensazioni. Ma non eccedete. Chi incolla solo a proprio vantaggio, prima o poi paga gli interessi. Nel suo ultimo libro “Cosa pensano le ragazze”, Concita di Gregorio se la cava così: “Con i ragazzi uso il metodo delle cucciolate del golden retriever. – Ovvero? – Per scegliere il cucciolo migliore si mettono tutti assieme e gli si fa un grande spavento. Ci sono quelli che si nascondono, quelli che scappano e di solito ce n’è uno che sta lì, fermo. Quello che non si spaventa vuol dire che è il più forte e te lo porti a casa. È un metodo, no? Se il tipo non si spaventa vuol dire che fa per te. – Sì, o magari è sordo”. Ve lo detto che scrive bene ed è anche intelligente!


di Mario Frongia