di Mario Frongia
“L’innamoramento pret-a-porter impazza. Soffice, imprevedibile, vacuo”
La riporta Guia Soncini su Repubblica. Pare la usino, sempre più spesso, i maschi. Brillanti, voluttuosi, istrionici. Sempre più spesso dall’estetista, tra yogurt e insalata da lager, a caccia di creme anti age. Ma per nulla pronti a coinvolgimenti-sconvolgimenti sentimentali. Sarà vero? I sondaggi dicono di sì. E le donne? Almeno in buona parte, confermano. L’innamoramento pret-a-porter impazza. Soffice, imprevedibile, vacuo. A seguire, la solita litania di schiamazzi femminili. Con gli eredi di Adamo abbozzati come superficiali, terribilmente pigri, pronti a fare ammuina appena la temperatura della coppia sale. A ben guardare, nulla di nuovo. Anzi, per l’universo in rosa è sempre meglio l’altro della porta accanto almeno fino a quando non si constata che le differenze tra il prima e il dopo sono davvero poche. Forse, giusto la scelta dei jeans o del barbiere. Comunque sia, attaccano e si accaniscono: smidollati, incapaci di levarvi di dosso l’icona di vostra madre e di tutte le madri del mondo. Un serio e impareggiabile luogo comune. Utile per discutere al caffè. Ma è giusto che vada così: il confronto aiuta. Anche a non prendersi troppo sul serio. Con l’afa che incombe andrebbe sempre peggio. E ancora. La tribù di quelli sempre pronti a fare fagotto appena tira aria di spazzolino e pigiama da lasciare nello stesso nido, si amplia. Tempi per cuori solitari? Forse. Con gente che scappa, si nasconde, impreca. Ma guai a generalizzare. Il bouquet delle fragilità è immenso. L’epoca da prendi e fuggi non aiuta. Ci si muove felpati, si implora un menu quotidiano che eviti le complicazioni. E l’amore ne riserva a casse. Punto e a capo. Esperienze da un colpo e via, da un lato. La ricerca del completamento emotivo, sessuale, culturale, dall’altro. La simbiosi dei desideri e delle passioni con l’eterno traguardo dell’appagamento. Roba da Star Trek o Mananattan. Occhiali e smorfie di Woody Allen, incluse. E allora meglio leggersi l’Educazione sentimentale di Flaubert. Lungo, romantico, doloroso. Scritto nel 1863, racconta di morale e spasmi. Palloso? A tratti. Ma almeno un po’ potrebbe rincuorare e riappacificare delusi/e, passionali e sognatrici. Se non basta, fatevi un tuffo. Concedetevi un cono stracciatella-panna. O dedicatevi allo shopping: con i saldi, qualcosa che già avete, va assolutamente ricomprata. Buone vacanze.