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I rossi sardi per l’estate? Ci sono e non bisogna lasciarseli sfuggire!

di Giuseppe Carrus
(Vicecuratore Vini d’Italia del Gambero Rosso)


Con l’arrivo della bella stagione si tende di più a bere vini bianchi, bollicine o al massimo rosati e si lasciano un po’ da parte i vini rossi, più idonei a una bevuta nelle stagioni più fredde.

In più, soprattutto in Sardegna, i vini sardi sono sempre etichettati come corposi e strutturati, da abbinare rigorosamente a carni rosse o a formaggi stagionati e quindi, ancor di più inopportuni se bevuti durante un pranzo estivo o tantomeno per l’aperitivo serale, quando il sole scompare dietro il mare… Ma è veramente così? Noi siamo convinti di no e cerchiamo di spiegarlo, attraverso qualche parola, ma (e soprattutto) attraverso qualche vino che vi consigliamo: in tante occasioni è molto più facile far parlare il bicchiere che, si sa, non tradisce mai.

Con la viticoltura moderna si sono fatti passi da gigante e i vini non solo hanno una qualità e una genuinità migliore, ma sono anche più fedeli al territorio in cui vengono concepiti e, soprattutto, hanno guadagnato in eleganza e finezza, garantendo bevibilità e piacere al nostro palato. In passato si era convinti che il vino buono, di prestigio, dovesse essere potente e alcolico, perché grazie all’alcol il vino sarebbe durato nel tempo. Non si badava però al fatto che l’alcol, se non è in armonia col resto del vino, brucia tutto: dagli aromi olfattivi fino ad arrivare al gusto. A volte ci si lascia ingannare dal tenore alcolico letto in etichetta, senza badare che quello che conta è l’equilibrio generale. Ci sono vini da 12° che possono risultare alcolici e difficili da bere, così come vini da 15° potenti si, ma comunque freschi e di grande beva.

Il Cannonau di Sardegna, ad esempio, è vino che soffre molto le errate vinificazioni del passato. Più che “semplicemente” alcolico, in molti casi era disarmonico, poco equilibrato e, quindi, difficile da bere. Pensate che proprio il Cannonau (a dispetto del nome, che sicuramente non aiuta chi si lascia ingannare dalle apparenze) è reputata un’uva capace di dare sì vini avvolgenti, di buon struttura e fedeli alle zone calde in cui nascono, ma allo stesso tempo freschi, morbidi e di gran beva. Non a caso sono tante le aziende che propongono, all’interno della loro gamma, dei Cannonau d’annata, giocati più sulla parte aromatica che sulla struttura. Per fare questo c’è bisogno di tanta attenzione in vigna, soprattutto nella scelta della perfetta epoca vendemmiale.

Qualche esempio? Come detto ce ne sono eccome, da nord a sud dell’Isola. Alcuni sono prodotti da piccole cantine emergenti, altri da aziende oramai sul mercato da tanto tempo. L’uva è sempre il Cannonau, ma sono diversi perché diversi sono i luoghi in cui le uve nascono. Ma, secondo noi, sono vini di grande finezza, da bere senza troppi pensieri: quello che ci vuole durante la bella stagione, in cui non si rinuncia a un buon bicchiere… anche se rosso. Salute!


1. • Cannonau di Sardegna ’17 – Antonella Corda
2. • Cannonau di Sardegna Isalle ’17 – Cantina di Dorgali
3. • Cannonau di Sardegna Sincaru ’17 – Surrau
4. • Cannonau di Sardegna Cupanera ’16 – Giuliana Puligheddu
5. • Cannonau di Sardegna ’17 – Roberto Pusole
6. • Cannonau di Sardegna Berteru ’17 – Luca Gungui
7. • Cannonau di Sardegna ’16 – Mora & Memo