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Le lacrime? Tengono l’occhio in salute

di Redazione ShoppingMag.it


Diagnosi e cura
della sindrome dell’occhio secco
con il dott. Sergio Solarino

Tech-addicted, certo che lo siamo. Sempre davanti al computer, per lavoro o per piacere, continuamente connessi e con lo sguardo fisso sullo schermo dello smartphone. Niente di male, se la dipendenza non riservasse poi qualche inconveniente spiacevole: occhi delicati e arrossati, la sensazione sgradevole di avere qualcosa di abrasivo nell’occhio, una persistente secchezza o – al contrario – un’eccessiva lacrimazione. Se a ciò si aggiunge la variabile delle lenti a contatto, indossate a lungo senza dare sollievo agli occhi, l’inquinamento ambientale e il “make-up”, a fine giornata il disagio può diventare davvero un problema. Dal punto di vista estetico, esistono prodotti cosmetici specifici per chi soffre di irritazioni e allergie nella zona perioculare: le linee da scegliere sono quelle costituite da trucchi dermatologicamente e oftalmologicamente testati. Cambia l’approccio se l’inconveniente diventa cronico.

È la sindrome dell’occhio secco, che dipende da una lubrificazione insufficiente dell’occhio. L’alterazione provoca fastidiose irritazioni, infiammazioni della superficie oculare. In termini medici è nota come cheratite secca ed è generalmente associata alla scarsa quantità o qualità delle lacrime prodotte.

Nelle persone che soffrono della sindrome dell’occhio secco, spesso non vengono prodotte lacrime a sufficienza o sono di una composizione tale da farle evaporare velocemente. Nuovi sistemi di diagnosi e di terapia consentono di capire qual è il difetto (se occhi iposecretivi o evaporativi) e di definire un percorso terapeutico. “Il metodo ortodosso – spiega Sergio Solarino, medico chirurgo specialista in oftalmologia – è quello di sopperire al deficit di lacrimazione attraverso il ricorso alle lacrime artificiali (il collirio). Un espediente che qualche volta non risolve il problema e, spesso, non allevia neppure il disagio. Oggi possiamo contare su altri e più efficaci metodi di cura”. Anche la diagnosi viene formulata attraverso differenti metodiche. Il sistema tradizionale il test definito “Break Up Time delle lacrime” è un metodo semplice per determinare la stabilità del film lacrimale e per valutare il livello di gravità dell’occhio secco evaporativo. Il test si effettua instillando nell’occhio un colorante a base di fluoresceina sodica: si osserva quindi il film lacrimale al biomicroscopio, invitando il paziente ad evitare di chiudere le palpebre fino a quando non si sviluppano delle piccole aree di secchezza. Più tempo impiegano a formarsi queste aree, più è stabile il film lacrimale. Oggi è anche possibile valutare la funzionalità delle ghiandole di Meibomio (le ghiandole escretorie interne dell’occhio) attraverso la telecamera a infrarossi. Le lacrime sono importantissime per tenere l’occhio in buona salute: “Hanno il compito di lavare via polvere e detriti che si depositano sulla superficie oculare – spiega il dott. Sergio Solarino nella loro composizione chimica si trovano anche importanti enzimi, che rappresentano una difesa contro i microorganismi. Spesso, la causa primaria della sindrome dell’occhio secco è una disfunzione delle ghiandole di Meibomio, ma altri elementi possono essere determinanti: oltre ai fattori ambientali, la vecchiaia e l’assunzione di alcuni farmaci (antistaminici, antidepressivi, la pillola anticoncezionale). L’occhio secco può essere anche l’allarme di una malattia sistemica, quale il lupus, l’artrite reumatoide o la sindrome di Sjogren”. La sindrome dell’occhio secco può essere trattata oggi con metodi innovativi. L’utilizzo del laser nella zona malare (guance) produce effetti antinfiammatori sulla ghiandola lacrimale. Il primo risultato che si ottiene è quello di un aumento della produzione lacrimale. il ricorso alla maschera con diodi permette invece di aumentare la temperatura del contenuto delle ghiandole di Meibomio, che riprendono a secernere in maniera più regolare. In genere, si ricorre a entrambe le tecniche, con trattamenti ripetuti e cicli di una seduta ogni 4 settimane per circa 5 mesi. Nelle parole del dott. Solarino il valore aggiunto delle novità terapeutiche: “In alcuni casi la cura è risolutiva (ingorgo delle ghiandole), in altri migliorativa (occhi iposecretivi). Quello che è importante sottolineare è che si tratta di terapie semplici, non invasive, ripetibili. Un vero e proprio balzo in avanti nel trattamento della sindrome dell’occhio secco, che affligge il 10/15% della popolazione adulta”. Info al Tel. 800 60 16 16  – 070.540580 • CENTRO VISTA • Via Giuseppe Peretti, 4 – Selargius – Cagliari  • info@centrovista.it • www.centrovista.it