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Gigi Riva: Il mito

di Stefania De Michele


Le icone non invecchiano mai. Restano sempre giovani, luminose, integre. Forse perché ‘sono fatte della stessa materia dei sogni’, quella che rende immortali le imprese, umane e sportive

IL MITO. Il 7 novembre Gigi Riva ha compiuto 70 anni, ma per noi cagliaritani (e non solo) è sempre lo stesso ragazzo dallo sguardo intenso che ci ha regalato i tre più bei colori dell’arcobaleno, da cucire sulle magliette per uno scudetto immortale. E non si tratta solo di sport. Rombo di Tuono, come l’ha soprannominato Gianni Brera, ha fatto molto di più: ha indossato quella casacca e non se l’è più tolta, sardo più dei sardi, in un momento in cui l’isola era la periferia del calcio nazionale. Il Mito avrebbe potuto scegliere, rincorrere ingaggi favolosi, relegare la parentesi col Cagliari nel cassetto dei ricordi. Così non è stato. Mica si chiude la porta in faccia ai sogni. Nel 2005 all’eroe del ’70 è stata conferita la cittadinanza onoraria e oggi lui, il più grande attaccante dei nostri tempi, passeggia tra le vie Paoli e Roma. Quando lo incontrano, pure i ragazzi più giovani non riescono a non darsi di gomito. Ne hanno sentito parlare dai loro genitori e hanno visto su youtube i gol realizzati col Cagliari e quelli in maglia azzurra ( con la Nazionale detiene il record di marcature con 35 reti), con quel sinistro che partiva come un missile per infilarsi nella porta avversaria. Auguri a Gigi Riva, che non invecchia mai. Auguri di buon compleanno a Rombo di Tuono e grazie perché ci ricorda, ogni giorno, con la sua presenza, che la Sardegna non è poi così male, se lui l’ha scelta per la vita.

GLI AMICI. Giuseppe Tomasini, libero del Cagliari scudettato: “Per noi Gigi è stato un esempio. E’ stato lui a trascinarci allo scudetto. Io giocavo in difesa e ricordo che lui, instancabile, dopo aver attaccato, tornava indietro e ci spronava. Che dire? E’ una persona molto riservata. Non ha mai sfruttato il suo talento per guadagnare più soldi altrove. E’ un uomo vero, oltre che un grande campione”. Ferdinando Secchi, consigliere comunale: “Il primo regalo che mi ha fatto mio figlio è stato quello di nascere 40 giorni prima della data fissata e non in una data a caso, ma esattamente il 7 novembre, proprio 60 anni dopo il mio idolo calcistico ed è per questo che è stato battezzato Fabio Luigi. Un giorno vedo Riva in via Paoli, prendo coraggio, sollevo mio figlio di 9 mesi dalla carrozzina e glielo presento : “ Buonasera, lui è Fabio ed è nato lo stesso suo giorno”. Lui si ferma, lo accarezza e mi chiede : “Usa già il sinistro? Sarbbe un buon inizio..”. Da quel momento, per altre volte, ho ricordato l’episodio a Riva. Lui deve averlo tenuto bene in mente perché – alla prima occasione – riuscì ad anticiparmi, da vero attaccante di razza, e mi disse: “Tu sei quello con il figlio nato il mio stesso giorno!”. Oliviero Salvago, direttore di banca : “La mia è la storia di un bambino che frequenta la prima elementare e che ha la fortuna di abitare in via Sanna Randaccio, una via come tante nel quartiere di Monte Urpinu se non fosse che nella stessa abitano i giocatori del Cagliari, campioni d’Italia. Proprio a 50 metri c’è infatti la foresteria della Cagliari Calcio. Ricordo le attese all’uscita di scuola per raccogliere l’autografo dei campioni e, in particolare, del campione in assoluto, il più forte giocatore italiano di tutti i tempi. Un amore, una passione mai scemata e sempre viva anche a distanza di 44 anni. Oggi quel bambino ormai cinquantenne non fa più la fila per l’autografo, ha il privilegio di avere un rapporto di amicizia col Campione. Un rapporto consolidato negli anni, ma vissuto sempre con l’emozione del bambino che aspettava sotto la foresteria”. Roberto Copparoni, portiere: “Gigi mi ha fatto crescere quando ero un ragazzo. Mi ha redarguito e mi ha pure spronato. Quando esordii in campionato, contro il Torino, venne da me e mi disse: “Ragazzo, non devi temere. Se sei qui non è un caso. Non ti hanno recuperato mentre passeggiavi in via Roma. Se oggi giochi è perché te lo meriti”. E poi, quando Albertosi e Reginato smettevano di parare, mi faceva chiamare per tirare un altro po’ in porta. Ne uscivo sempre con le mani gonfie!” Giacomo, ristoratore cagliaritano: “Quando Riva è entrato nel mio locale per la prima volta? Circa dieci anni fa ed è stata una grandissima emozione”. (Da allora il Mito ha un tavolo sempre riservato e una parete tappezzata con le sue foto).

IL CAGLIARI OGGI. Da Riva ai giorni nostri, per ricordarci che le bandiere esistono ancora. Si fa strada la proposta di conferire la cittadinanza onoraria al capitano del Cagliari, Daniele Conti. Una proposta che ha incassato il consenso trasversale di 24 consiglieri comunali, che hanno firmato l’istanza promossa da Ferdinando Secchi. Da 15 anni a Cagliari, Conti è il giocatore con più presenze in maglia rossoblu. E a Cagliari, ora, anche la toponomastica celebra gli eroi dello scudetto del ’70. Il tratto di strada prescelto, intitolato ai Campioni d’Italia, è quello tra viale Diaz e via