Quando le altre bambine stavano sveglie la notte per l’ansia di un compito in classe, lei non dormiva immaginando mentalmente i passaggi del concerto n.1 di Max Bruch
Anna Tifu se lo ricorda ancora l’esordio alla Scala di Milano: “Avevo 12 anni e sentivo la tensione stringermi il petto. Non volevo uscire sul palco. Poi però è andata bene”. Vita da enfant prodige per Anna, violinista da quando era alta quanto un soldo di cacio, eroica nel suonare il suo violino davanti ad una delle platee più esigenti d’Europa. Il maestro Salvatore Accardo l’ha definita ‘uno dei talenti più straordinari che mi sia capitato di incontrare’. Vita sempre sotto pressione adesso per l’ex bambina prodigio perché “se una ragazzina viene guardata con una certa indulgenza, ora – dice – è necessario dimostrare sempre di valere”. Lei però non ha mai deluso le aspettative e a 28 anni è una delle musiciste più quotate e glam (che non fa mai male) del panorama musicale internazionale.
Hai bruciato le tappe, vinto il tuo primo concorso nazionale all’età di 8 anni, esordito alla Scala a 12, conseguito il diploma al Conservatorio di Cagliari a 15 anni col massimo dei voti, suonato con alcune delle orchestre più prestigiose del mondo. C’è il rischio di non avere più stimoli… “Al contrario. In questo mestiere non si può barare. Se vali, vai avanti. E certo non si può mai dire di essere arrivati”.
Cosa provi quando imbracci il violino, lì da sola, davanti ad un pubblico attento? “Sono molto emotiva, ma quando inizio a suonare passa tutto. E’ il mio modo di comunicare. E’ come se la musica che suono fosse la mia voce. Preferisco ‘parlare col violino’, ad esempio, che rilasciare interviste”.
Quale luogo ti ha emozionato di più? “Certamente alla Scala di Milano. Ma anche tutte le volte che suono nella mia città”.
Progetti in cantiere? “Ad ottobre suonerò in Armenia per la prima volta. A dicembre (12-14) sarò alla Fenice di Venezia per l’apertura della stagione sinfonica. Ad inizio anno prossimo ho delle date a Roma e a Milano, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e alla Società dei Concerti”.
Ti lusinga di più un complimento sulla tua bellezza o sulla bravura? (Ride..) “ Un buon compromesso sarebbe: “Sei carina, ma soprattutto sei bravissima”.
Anna Tifu ha mamma sarda e papà romeno. Il padre Mircea, già violinista nell’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, l’ha seguita passo dopo passo, regalandole la determinazione e la grazia che fanno la sua cifra stilistica. A soli 28 anni, il curriculum di Anna Tifu è un papello lunghissimo: luoghi, nomi e date di un’eccellenza sbocciata e coltivata con cura. In qualità di solista, la violinista sarda ha collaborato con prestigiose formazioni, come l’Orchestra da Camera dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Berliner Philharmonic, la Munich Chamber Orchestra, la Prague Chamber Orchestra, la Romanian Radio Symphony Orchestra, l’Orchestra della RAI di Torino, l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, l’Orchestra dell’Arena di Verona e altre, tante, che non è possibile citare tutte. Nel tempo libero? Ascolta anche altra musica, di tutti i tipi, da Shakira a Elisa passando per Rihanna e i Muse.