Cerca un articolo

Stagione Lirica e di Balletto 2017

di Redazione ShoppingMag.it


Si alza il sipario sulla Stagione lirica e di balletto 2017 del Teatro Lirico di Cagliari

Una stagione sempre molto attesa dal pubblico che, anche per quest’anno, segna la rinascita e la voglia di proseguire nella diffusione musicale del Teatro Lirico di Cagliari. Sette opere liriche, una in più rispetto al 2016, ed un balletto (per otto turni di abbonamento, uno in più rispetto al 2016, tre recite fuori abbonamento e quattordici recite mattutine e pomeridiane per le scuole), tutti titoli di grande interesse che, certamente, troveranno il gradimento del pubblico, sia per quelli noti che per quelli ricercati: La bella dormente nel boscoTurandotLucia di LammermoorUn ballo in mascheraLe nozze di Figaro,La fanciulla del WestThe (R)evolution of Steve JobsIl lago dei cigni.

L’inaugurazione è, quindi, affidata ad un’altra preziosa rarità musicale di Ottorino Respighi(Bologna, 1879 – Roma, 1936): La bella dormente nel bosco, fiaba musicale in tre atti, su libretto di Gian Bistolfi, tratto dalla fiaba omonima di Charles Perrault. L’opera viene rappresentata, dal 3 al 12 febbraio (8 recite in abbonamento e 5 per le scuole), in un nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari che presenta la regia del pugliese Leo Muscato, già noto al pubblico cagliaritano per aver curato, nel 2012 (poi ripresa nel 2015), l’apprezzata messinscena di Nabucco, che vinse il Premio “Franco Abbiati” dell’anno, le scene di Giada Abiendi, i costumi di Vera Pierantoni Giua e le luci di Alessandro Verazzi. La direzione musicale di La bella addormentata nel bosco è affidata alla bacchetta di Donato Renzetti, che ritorna a Cagliari dopo il successo dell’opera inaugurale dello scorso anno La campana sommersa sempre di Respighi, nuovamente in scena, alla New York City Opera, nei mesi di marzo-aprile 2017. Protagonisti vocali sono il soprano pugliese Angela Nisi (La Principessa) e il tenore spagnolo Antonio Gandìa (Il Principe Aprile), entrambi noti al pubblico cagliaritano per aver cantato, l’estate scorsa, in La Traviata e in alcuni concerti in Sardegna. Rappresentata, per la prima volta, al Teatro Odescalchi di Roma il 13 aprile 1922, l’opera si ispira alla celeberrima fiaba di Charles Perraul del 1697 ed è un delizioso affresco che si dipana fra idilli, sentimenti, caricature e parodie di raffinata tessitura musicale.

Il secondo appuntamento con l’opera, in scena dal 17 marzo all’11 aprile (7 recite in abbonamento e 2 per le scuole), è Turandot, dramma lirico in tre atti e cinque quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, tratto dalla fiaba teatrale omonima di Carlo Gozzi e musica di Giacomo Puccini (Lucca, 1858 – Bruxelles, 1924). Al giovane direttore britannico, di origine asiatica, Alpesh Chauan, che ritorna a Cagliari dopo il successo dei suoi concerti di giugno e settembre scorsi, spetta il compito di dirigere i complessi artistici stabili del Teatro Lirico nell’estremo capolavoro del grande compositore lucchese, mentre l’allestimento è quello ormai celebre del Teatro Lirico di Cagliari, firmato, per la regia, dal fiorentino Pier Francesco Maestrini che si è avvalso, per l’impianto scenico, di Pinuccio Sciola, autorevole artista e celebre scultore sardo, scomparso un anno fa ed al quale questa edizione è, tanto doverosamente quanto sentitamente, dedicata, mentre per i costumi di Marco Nateri, ricercato artista cagliaritano che ha firmato numerosi allestimenti tra cui I Shardana (2013) e per le luci di Simon Corder. Il cast degli interpreti è composto da artisti di talento, fra cui spiccano il soprano romano Susanna Branchini (Turandot), il tenore coreano Rudy Park (Calaf) e il soprano moldavo Olga Bosuioc (Liù). Turandot, capolavoro incompiuto del teatro musicale novecentesco, interrotta al terzo atto con l’aria di Liù «Tu che di gel sei cinta» per la morte di Puccini, avvenuta il 29 novembre del 1924, fu completata in seguito da Franco Alfano sulla base degli schizzi lasciati dall’autore. E incompiuta fu rappresentata da Arturo Toscanini alla prima scaligera del 25 aprile 1926, quando interruppe l’esecuzione proprio là dove Puccini aveva terminato l’opera in partitura, dopo la morte di Liù (la stessa edizione incompiuta viene ora riproposta dal Teatro Lirico di Cagliari). L’argomento fiabesco, lo stesso personaggio di Turandot, favoloso nella sua coerenza nel male come nell’improvviso mutamento finale dei sentimenti, erano nuovi per Puccini, fino allora interessato a ben diversi soggetti. L’esotismo come fatto linguistico in grado di rinnovare con armonie dissonanti le stanche strutture della musica occidentale e la melodia sentimentale e patetica del più consueto stile pucciniano si intersecano perfettamente in quest’ultimo ed estremo capolavoro pucciniano.

in copertina: “La bella dormente nel bosco”, atto primo foto di PriamoTolu

Fonte Teatro Lirico di Cagliari 

www.teatroliricodicagliari.it