di Donatella Percivale

La padrona di casa non è solo bella. Dietro a quel sorriso da spot Colgate, si nasconde la tempra di una gran lavoratrice. Una di quelle donne che davanti alle fatiche della vita, si rimbocca le maniche e punta dritto alla soluzione.

La villa di famiglia, per esempio, 400 mq solo di giardino in pieno centro a Cagliari, è un impegno importante di cui prendersi cura. Così, complice un innato senso del pragmatismo, e uno spiccata capacità alle relazioni, lei annusa l’aria che tira oltremare e sposa appieno una delle tendenze del momento: i social dinner. “Li avevo intercettati nel corso degli anni durante i miei viaggi: a Milano ma anche a Cuba, Londra o New York. Cenare in un’atmosfera intima, coccolati dai padroni di casa, con la possibilità di conoscere amici selezionati e gustare piatti tradizionali o a chilometro zero, mi sembrava un’idea imperdibile. Così ho scelto di organizzarli anche nella mia città”. A dare una mano nella preparazione di piatti da gourmet, spesso con menù a tema, è Gabriella Narciso, chef sarda con dieci anni di esperienza all’estero e in terra australiana. “Una vera sorpresa, l’ho incontrata durante un corso di cucina e ci siamo subito piaciute. Appena ho avuto la possibilità di fare qualcosa insieme l’ho chiamata”. Grazie dunque a una location perfetta, una cuoca da urlo, uno stile da mille e una notte e un’organizzazione talmente accurata che prevede anche musica rigorosamente live per allietare il mood della serata, lei ha lanciato i suoi social dinner che a Cagliari sono già di moda. “Sono decisamente soddisfatta, vedere il mio amato giardino animato da una marea di amici sorridenti mi rende felice e soprattutto orgogliosa: l’atmosfera della casa aveva bisogno di nuovo smalto e così ho pensato di organizzare qui da me queste cene così particolari. Cagliari è una città splendida per vivere la notte, peccato manchino luoghi degni di nota dove cenare sotto le stelle, magari a piedi nudi sulla sabbia o accarezzati dal profumo di giardini in stile inglese. Il turismo dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello. Noi, nel nostro piccolo, ci stiamo provando”.