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Carlo Palmas: Inesorabilmente music-addicted

Quando incontri un uomo così, lo riconosci subito. Può capitare al bar o al supermercato, poco importa: lo vedi tamburellare con i polpastrelli su qualsiasi superficie rigida a disposizione o generare suoni con le bustine di zucchero, muovere le mani al ritmo di una musica che nessun altro può udire e scegliere le parole come fossero note sul pentagramma. Capita anche a Carlo Palmas, emigrato a Milano poco più di vent’anni fa con la sua tastiera per tentare il salto di qualità ed entrato a pieno titolo nel gotha della musica che conta. Succede dunque pure a lui, come a pochi altri, di essere irrimediabilmente, romanticamente, inesorabilmente music-addicted.

Quando hai pensato di poter trasformare la tua passione per la musica in un lavoro?

Da subito. E infatti sono entrato subito in conflitto con mio padre, che non voleva che mi facessi delle illusioni. Ho perciò studiato per il diploma in Ragioneria e allo stesso tempo alla Scuola Civica di Musica. Il mio primo pubblico è stato quello dei piano bar di Cagliari, dove mi sono esibito per anni; poi, con Fabrizio Olla, abbiamo formato i Bob Boys: ci siamo divertiti. A 27 anni mi sono trasferito a Milano per studiare e attendere la mia buona occasione.

Quell’occasione è arrivata…

All’inizio è stata dura perché mi sono ritrovato catapultato in una realtà completamente diversa. Ho avuto la fortuna di essere allevato musicalmente e umanamente da professionisti come Antonio Galbiati, Luca Jurman e Flavio Ibba. Dall’incontro con Antonio Galbiati è nato il brano ‘Vero Amore’, che ha portato al successo i Ragazzi Italiani al Festival di Sanremo del 1997. Successivamente ho suonato nella band di Luca Jurman e, nel 2000, sono partito per il tour mondiale ‘Television tour’ di Paola&Chiara.

Mica male. Ma l’incontro clou è forse quello con Laura Pausini..

Non mi è sembrato vero. Lei stava cambiando la band e cercava musicisti giovani. A 34 anni mi sono trovato a suonare davanti a 20mila persone e a girare il mondo con una delle artiste italiane più acclamate all’estero. Sono stati sei anni intensi.

Il curriculum è lungo. Da veterani. Diciamo solo che da otto anni sei musicista e arrangiatore per il format televisivo musicale cult, X Factor. Un bel dietro le quinte. Come funziona?

Devi saper fare un po’ di tutto e velocemente. In due giorni e mezzo, su indicazione dei giudici, arrivo a produrre anche tre pezzi.

Chi ti ha colpito di più, in giuria, a X Factor?

Sicuramente Morgan: il più estroso ma anche il più esigente. Da musicista e produttore qual è, scalpitava per fare lui stesso le basi e dava dei riferimenti precisi per la realizzazione delle musiche.

Suoni un po’ di tutto, ma cosa ascolti più volentieri?

Beh, se proprio posso scegliere opto per la musica Soul, Funk e R&B. Hai mai sentito Brian Mac Knight? E’ grande..

Progetti professionali, sogni nel cassetto, buoni propositi?

Sul fronte lavoro, riprendo la collaborazione con il team di Amici di Maria De Filippi. Per quanto riguarda il sogno nel cassetto, ne ho uno che vorrei tirare fuori prima possibile: mi piacerebbe avviare un polo musicale a Cagliari, che unisca la didattica, la produzione musicale, la ricerca di talenti

Cosa suggeriresti a un giovane talento che voglia cimentarsi nella carriera musicale?

Potrei solo dirgli di non mollare. E di agire per il proprio piacere e non con l’obiettivo di diventare famoso. Se si parte sognando la vetrina a tutti i costi, ci si focalizza sull’effimero e non sulla qualità.

Non si sfugge: sometimes they come back. Di recente hai suonato a Cagliari con un altro sardo, Michele Marmo, autore e cantautore apprezzata sia in Italia che all’estero. Che effetto ti ha fatto?

Devo dirti la verità: ho sofferto un po’ di ansia da prestazione. Sai, quel timore di deludere le aspettative di chi viene a sentire cosa hai fatto in tutti questi anni e da te si aspetta il massimo.

Beh, è andata bene. Tornerai?

Credo proprio di sì. Quest’anno io e Fabrizio Olla facciamo 50 anni e li vogliamo festeggiare con una bella reunion dei Bobboys.

Promesso?

Promesso.


Dice di sé: “Sono un bravo ragazzo. Forse, col tempo, sono diventato cinico. Evito di crearmi false illusioni”. Chi lo conosce, dice di lui: “E’ un entusiasta, un salutista, una persona dinamica”. Ovunque sia, cerca cibi e prodotti sardi. Il suo sport preferito è il baseball. Ama viaggiare e il fermento che si respira negli aeroporti. Se gli capita, prima di dormire, ascolta della rilassante musica new age. Libro sul comodino? Una dispensa di Bach con un insieme di esercizi giornalieri di tecnica pianistica.


di Stefania De Michele